Signori e signore

Pubblicato il da antonio_montanari

Volti nuovi al femminile, mentre chi ci regge gira nella giostra delle "riforme"



Ventata di voci femminili sul mondo politico italiano. Frutto dell'effetto-feste, per cui tutti si scambiano auguri e pareri? O progetto politico nuovo?

Da destra s'affaccia Renata Polverini per la carica di presidente della Regione Lazio. Elogia non soltanto la collega Carfagna ma la nemica Bindi. Assolve in blocco Gasparri, Cicchitto, La Russa, Bondi con uno spirito di partito che lei nasconde dietro una formula magica: "Ho buoni rapporti con tutti. Mi baso su un comportamento educato". I maschi del partito comandano. Occorre tenerseli buoni.

Da sinistra le è stata contrapposta da alcuni sostenitori Loretta Napoleoni, economista romana che vive a Londra. Lei non si sottrae: "Non posso dire mobilitiamo la società civile e poi ritirarmi se mi tirano in campo". Ha un programma semplice: "Occorre una pulizia generale, come le pulizie di casa", buona gestione e risparmio.

Nadia_urbinati


Sullo sfondo della nostra memoria personale, c'è una terza signora che ricordiamo non soltanto perché concittadina: Nadia Urbinati. Insegna Teoria Politica presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla Columbia University. Il 28 dicembre 2009 ha scritto su "Repubblica" una nota dedicata alla "retorica" delle cosiddette riforme.
Essa finiva con un avvertimento significativo: "Occorrerebbe aver il coraggio di dire che occorre conservare, non riformare: l'Italia ha urgente bisogno di conservare lo stato di diritto e il governo della legge".

Era una risposta anticipata al discorso di Giorgio Napolitano che la sera del 31 dicembre ha detto agli italiani che essi hanno bisogno di molte riforme, tra cui quelle istituzionali e della giustizia che "non possono essere ancora tenute in sospeso, bloccate da un clima di sospetto".

Il 16 maggio 2008 qui abbiamo parlato di "carota delle riforme". Lo scorso 22 dicembre 2009, ci siamo permessi di dire che la parola "riforme" è ormai logora. Ci si scusi se anziché plaudire al Colle, come buona educazione vuole, sottoscriviamo l'opinione di Nadia Urbinati. La sua regola semplice "conservare lo stato di diritto e il governo della legge" appare talmente rivoluzionaria nel marasma odierno, che è accantonata in un pericoloso dimenticatoio.

Finita la festa con brindisi e fuochi d'artificio, restano i problemi. Napolitano ha avvertito: si può cambiare la Costituzione: sì, ma nella seconda parte, mentre il governo vuole cambiarla nella prima. Il cosiddetto "premierato" con più poteri al capo dell'esecutivo, però è già stato bocciato dal popolo nel referendum del giugno 2006. Allora di che cosa si vuol parlare?

Si corre il rischio che l'Italia del 2010, tutta fremente per queste fantasmagoriche riforme, sia come il regno di Fagiolino che, nel teatro dei burattini, invoca: "Maestà, il popolo ha fame", ricevendo l'augusta risposta di "suonare mezzogiorno".

[02.01.2010, anno V, post n. 2 (1093), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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