Placido addio

Pubblicato il da antonio_montanari

Beniamino Placido fu arguto ed elegante maestro di letteratura e di critica televisiva

Beniamino_placido


Beniamino Placido da tempo non si leggeva né si ascoltava. Chi ha il mal del carta come il sottoscritto, lo ricorda quale maestro efficace, arguto, chiaro, elegante di interpretazioni delle pagine scritte e delle immagini televisive, per cui ogni sua riga o parola lasciava qualcosa in quel deposito indistinto che naviga tra memoria e coscienza. E grazie al quale non sai mai, quando giudichi una cosa od una persona, chi devi ringraziare per averti insegnato quel "qualcosa" che è invece "tanto".

Siamo pieni di debiti verso persone che abbiamo letto, ascoltato, amato con quella passione che è non un frutto dei sensi ma di un'attenzione giudicata sempre, e non soltanto oggi, pericolosa. La carta fa paura.

Avevo pochi mesi quando nel gennaio 1943 arrivò la polizia in casa per perquisire la stanza del fratello di mia madre, Guido Nozzoli, arrestato a Bologna sotto le armi: cercava i "libri proibiti" come il "Tallone di ferro" di London o "La madre" di Gor’kij che peraltro venivano venduti anche sulle bancarelle. L'imputazione che portò alla sua cattura era di "attività politica contraria al regime" mediante volantini intitolati "Non credere, non obbedire, non combattere". Una copia era stata data anche ad una spia dell'Ovra...

Placido aveva una virtù in più rispetto a tanti altri scrittori. Non posava mai, non amava atteggiarsi al sapiente che fa cadere dall'alto le sue conoscenze, amava ed armeggiava l'ironia con quel tono che soltanto certi meridionali sanno adoperare nell'esporre le loro idee ed opinioni.

Placido mi perdonerà una divagazione. Di recente, per un convegno milanese, si è discusso del settimanale "il Mondo". Nella nostra città circa mezzo secolo fa (primi anni '60) lo si poteva acquistare soltanto alla stazione ferroviaria. Cominciammo a leggerlo allora, quando salivamo in treno per andare all'Università di Bologna. Anche verso quei giornalisti e scrittori dobbiamo dichiarare un debito, per tante cose analizzate e scoperte nell'Italia soffocante (sia tra molti laici sia tra quasi tutti i cattolici) che minacciava le fiamme dell'inferno se si leggevano certi giornali o certi libri...

[06.01.2010, anno V, post n. 6 (1097), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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