Italia bollita

Pubblicato il da antonio_montanari

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Non so se posso chiamarlo incubo. Ignoro la legislazione vigente e non voglio procurar rogne al direttore. Fatto sta che due giorni prima di scrivere queste righe, mi sono svegliato vedendo proiettata sul soffitto la scritta che leggete qui come titolo, Italia bollita. Ho sùbito pensato a padre Dante. Non a quello silenzioso dell'olio d'oliva, ma a quello tormentato da Beatrice nello spot dei rotoloni che non finiscono mai. E mi sono ricordato di quanto lo stesso Alighieri scriveva in un passo della prima cantica (XXVI, 7): presso il mattino si sogna il vero.
Confrontando la scritta apparsa al termine del mio sonno con quanto, con un minimo di lucidità e d'informazione, possiamo sapere sull'Italia di oggi, mi sono spaventato. In quelle due parole non c'era nessuna magica premonizione, ma soltanto un veritiero ritratto del Paese in cui viviamo. Lo ha confermato sabato 22 la signora Emma Marcegaglia parlando ai giovani industriali riuniti a Capri: "Il tempo è scaduto, adesso bisogna decidere". Era lo stesso tono angosciato usato dal loro presidente il giorno prima: "Non possiamo pensare che si prendano decisioni improbabili basandosi sui sondaggi: questa è una democrazia non un concorso a premi". Il 21 ottobre da Bolzano la signora Marcegaglia ed il suo omologo tedesco hanno inviato ai leader europei un drammatico appello: "Non c'è tempo da perdere: siamo sull'orlo del baratro".
L'ammonitrice scritta sul mio soffitto, anteriore a tutto ciò, era confermata dal fatto che la tv, unico mezzo d'informazione per una larga fetta d'italiani, è infarcita di trasmissioni a tutte le ore e su tutti i canali, in cui si parla dei più ricercati sistemi gastronomici, mentre diminuiscono le possibilità di spesa delle nostre famiglie. Il che è come affidare al conte Dracula la gestione dei donatori di sangue.
Purtroppo le cose stanno a questo punto, e non per colpa di Dracula. Fa ridere di tristezza la notizia che, per risparmiare dei soldi, le pagelle arriveranno alle famiglie via computer. A noi le consegnavano alla vigilia delle feste natalizie per rovinarcele sadicamente. L'unico mezzo di autodifesa era di tenerle nascoste sino alle ore 7.30 del 7 gennaio, al momento cioè di uscire di casa per rientrare in classe dopo le vacanze. Con i mezzi di adesso, per difendere la nostra privatezza ed il bisogno di una tregua prima della battaglia, dovremmo manomettere il computer domestico. [XXX, 1054]

 

"il Ponte", Rimini, settimanale, 30.10.2011

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