Idoli infranti

Pubblicato il da antonio_montanari

I grandi opinionisti conservatori si sono arresi all'evidenza. Non possono più tacere sugli errori dei loro idoli politici. Ma non possono neppure andarci giù in modo pesante. Per cui indorano la pillola, tirando loro delicatamente le orecchie. Fingono di elogiarli. Ma poi ne dicono tutto il male possibile. Basta leggere in trasparenza gli scritti di questi commentatori.
Due esempi, entrambi tratti dal "Corriere della Sera".

Sabato 29 novembre, Piero Ostellino intitolava: "Salvate il soldato Giulio dalla sua intelligenza".
Era in sostanza l'invito al lettore a diffidare dell'intelligenza del ministro Tremonti. Come si ricava dal passo in cui si dice di lui che "come filosofo, i giudizi sono preoccupanti e preoccupati".

Giovedì 4 dicembre, Sergio Romano  pubblicava un fondo dedicato al "Tallone del seduttore", ovvero Berlusconi che aveva sentenziato che i direttori del "Corriere" e della "Stampa" avrebbero dovuto "cambiare mestiere".
Alla fine Romano componeva un agghiacciante ritratto del nostro capo di governo: un uomo senza stile, incapace di fornire all'opinione pubblica all'opinione pubblica "un modello di serietà, equilibrio, riserbo e, soprattutto, misura verbale".

Conserveremo questi due articoli come preziose testimonianze dell'involuzione politica italiana. Provocata da chi ha raccolto molti voti nelle urne e molti consensi nei sondaggi proprio perché rappresenta benissimo l'Italia chiassosa e fanatica che non ragiona sulle cose, ma sbraita offendendo chi non la pensa allo stesso modo. E favorita, questa involuzione, dai grandi pensatori politici del grande giornalismo conservatore che si nutre di citazioni e di fantasmi del passato.
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